Un inno scenico quanto mai attuale in questo millennio funestato come allora dall’incubo della guerra
Sabato 27 e domenica 28 maggio120 studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano apriranno la stagione estiva del Teatro Grande di Pompei congli “AcarnesiStop the war!”. Guidati dalla regia esperta di Marco Martinelli, accompagnati dalle musiche di Ambrogio Sparagna e con il disegno luci di Vincent Longuemare, professionisti della scena teatrale di fama internazionale.
Dopo il successo dello scorso anno dello spettacolo Uccelli, il teatro del drammaturgo e regista Marco Martinelli torna al teatro grande di Pompei “mettendo in vita” un’altra opera di Aristofane. Primo appuntamento del triennio 2023-2025 dedicato al commediografo greco, dopo il prologo di Uccelli dello scorso anno, consolidando un percorso pedagogico di conoscenza, crescita e emancipazione culturale nelle scuole del territorio vesuviano.
Il fluido vitale dell’adolescenza, la scoperta del teatro e della propria voce, la forza dirompente dei classici convergeranno in questo progetto, che non è solo uno spettacolo, ma un percorso di consapevolezza di una generazione contemporanea al confronto con temi quanto mai attuali e attraverso il contatto vivo con la bellezza di un patrimonio culturale che gli appartiene. Analogie più che contraddizioni col passato emergono dalle riflessioni scaturite da un confronto con i classici di Aristofane.
Lo spettacolo – produzione teatrale del Parco archeologico di Pompei, realizzata in collaborazione con Ravenna Festival, Teatro delle Albe/Ravenna, Teatro di Napoli-Teatro Nazionale e Giffoni Film Festival – rientra nel più ampio progetto “Sogno di volare”, avviato dallo scorso anno e finalizzato a coinvolgere i ragazzi e le scuole del territorio e a stabilire un legame concreto tra le antiche testimonianze e i giovani fruitori, in un percorso di conoscenza e valorizzazione del patrimonio storico-archeologico.
Il progetto nasce da un’idea del Direttore Generale del Parco, Gabriel Zuchtriegel ed è realizzato grazie a un protocollo di intesa con l’Ufficio regionale scolastico della Campania. Quest’anno il progetto, di cui è Rup la dott.ssa Maria Rispoli, vede la partecipazione ampliata delle scuole: dopo il Liceo E. Pascal di Pompei, l’Istituto Superiore E. Pantaleo di Torre del Greco, entrano il Liceo G. de Chirico di Torre Annunziata e l’Istituto Superiore R. Elia di Castellammare di Stabia.
Economicamente il progetto, sostenuto dal Parco di Pompei, si avvale quest’anno del contributo della Direzione Generale Spettacolo, e del supporto di uno sponsor, American Express che per il secondo anno si affianca ad attività del Parco.
«Per noi vuol dire che ci sono altri che credono come noi che la cultura può cambiare la vita delle persone, come l’abbiamo potuto toccare con mano nel primo anno, che ha superato i miei più audaci sogni, e questo ci riempie di gioia. – sottolinea il Direttore Gabriel Zuchtriegel – Pompei è un sito che parla ai giovani di oggi, premesso che diamo a loro lo spazio per sentirlo e non ci sovrapponiamo con preconcetti e finte certezze alla loro sensibilità.»
Gli Acarnesi è la prima commedia, scritta da Aristofane poco più che adolescente, Inizia con un verso lirico, degno di Charles Baudelaire o Walt Withman: “Quante cose mi mordono il cuore!”. La vicenda ha già il tono surreale dell’Aristofane più maturo, erede dellatradizione “politica” della commedia antica: Diceopoli, vecchio contadino ateniese, non sa convincere i concittadini a smetterla con la guerra, e decide per una “tregua separata” con gli Spartani. Così se ne torna nel suo podere a celebrare Dioniso mentre la città è in fiamme. Contro di lui si metteranno gli Acarnesi, un gruppo di vecchi e fieri patrioti del demo diAcarne, ma Diceopoli (che significa “il giusto cittadino”) riuscirà a convincerli che servire la patria significa prima di tuttocercare la Pace, la divinità che più di tutte sa regalare felicità e benessere all’umanità.La commedia suona quanto maiattuale, all’alba di questo nuovo millennio, funestato come nei tempi antichi dall’incubo delle guerre e delle distruzioni.
«Il mondo “peggiora per quanto invecchia”, diceva un grande classico, e oggi come allora è insanguinato dalle guerre. Aristofane scrive la sua prima commedia a diciotto anni, Acarnesi, contro la guerra del Peloponneso che stava devastando Atene.» – dichiara Marco Martinelli – «Con la sua vena sulfurea e surreale, si scaglia contro il grande male della violenza che avvelena la democrazia nascente. A incarnare l’adolescente infuriato che da sempre consideriamo il padre della commedia antica, saranno nel Teatro Grande di Pompei un’ottantina di adolescenti di Pompei, Torre del Greco, Castellammare di Stabia: dalla loro rabbia e dai loro desideri ho ricavato la drammaturgia per raccontare l’inquieto presente tra le pietre millenarie della scena di Pompei.»
Marco Martinelli, fondatore insieme a Ermanna Montanari del Teatro delle Albe,è tra i più importanti drammaturghi e registi del teatro italiano, e ha vinto ben sette volte il Premio Ubu come drammaturgo, regista, pedagogo. Le sue drammaturgie sono state tradotte, pubblicate e messe in scena in dodici paesi in Europa e nel mondo. Ha sviluppato inoltre negli anni un’esperienza di lavoro teatrale con gli adolescenti, che gli ha fruttato altri premi e riconoscimenti a livello internazionale. In Campania in particolare Martinelli nel 2006 a Napoli ha dato vita ad Arrevuoto, un progetto dell’allora Teatro Stabile di Napoli, per il quale ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e il Premio Ubu come “progetto speciale”. Nel 2007 ha diretto Punta Corsara, col sostegno della Fondazione Campania Festival. Nel 2017 ha pubblicato, per Ponte alle Grazie, “Aristofane a Scampia”, che ha vinto il premio dell’Associazione nazionale dei critici francesi come “miglior libro sul teatro” pubblicato in Francia nel 2021per Actes Sud. Nell’estate 2022 Martinelli ha debuttato a Ravenna Festival con il Paradiso dantesco, ideato e diretto insieme a Ermanna Montanari, ultima anta del progetto La Divina Commedia iniziato nel 2017 e prodotto sempre da Ravenna Festival,coinvolgendo nell’allestimento l’intera città, come in una sacra rappresentazione medievale e nel teatro rivoluzionario di massa di Majakovskij. Per gli spettacoli al Teatro Grande il regista è coadiuvato, già dallo scorso anno, dagli assistenti alla regia Valeria Pollice e Gianni Vastarella del Collettivo LaCorsa.
Economicamente il progetto, sostenuto dal Parco di Pompei, si avvale quest’anno del contributo della Direzione Generale Spettacolo,e del supporto di uno sponsor, American Expressche per il secondo anno si affianca ad attività del Parco.
Dopo il debutto a Pompei, Acarnesistop The War! sarà poi presentato il 3 giugno a Ravenna nel programma di Ravenna Festival.