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Cibo e film: un legame “più condito” di quel che sembra

Chocolat

La commistione non è solo scontata o legata a film tematici, come sulla storia di brillanti chef, ma può avere elementi simbolici e essere anche parte integrante o di supporto della trama stessa della pellicola

Il cibo nei film è spesso presente in scene considerate mainstrem come le classiche scene ambientate nei ristoranti: esempio cult può essere la scena della tavola calda in “Harry ti presento Sally”, film del 1989 diretto da Rob Reiner. Altra scena classica in cui il cibo è protagonista è “Un americano a Roma”, film del 1954 diretto da Steno in cui Alberto Sordi mangia con grande foga un bel piatto di spaghetti invece che una “americanata”. Riecheggia ancora la famosa battuta: “Puah! Mazza che zozzeria! Gli amerecani ahò! Maccarone…m’hai provocato e io te distruggo adesso, maccarone! Io me te magno!”

Nei tempi più recenti, invece, tra le pellicole dove le pietanze entrano nella trama nel film si ricorda “Il sapore del successo”, del 2015 diretto da John Wells, in cui il cibo è presentato come riscatto per raggiungere un obiettivo. Per far capire la grande importanza data agli alimenti in questo film, basti pensare che a realizzare tutti quei bellissimi e coloratissimi piatti che si vedono sulla pellicola è lo chef Marcus Wearing, a lungo braccio dentro dello chef pluristellato Gordon Ramsay.

Ci sono però film in cui invece il cibo assume un connotato più simbolico, esempio nella pellicola “Perfetti Sconosciuti” di Paolo Genovese in cui il cibo è sia il pretesto della trama, una semplice cena tra amici, che si rivelerà invece un susseguirsi di verità non dette uscite fuori grazie al cellulare. Rappresentando, il cibo, l’intimità e la confidenza del gruppo di amici mentre escono fuori i loro segreti più oscuri. “Essendo un film che parla di vita privata, di amici e di intimità. Secondo me il momento più intimo che noi abbiamo è la cena. Si sta seduti attorno a un tavolo, ci si guarda negli occhi, si mangia e si chiacchiera. C’è tutta una liturgia di come si mangia e di cosa si mangia. Sicuramente capiamo molto delle persone attraverso il modo in cui approcciano al cibo.” Ha raccontato Paolo Genovese, il regista, in un’intervista rilasciata dopo l’uscita del film.

Ma forse il film in cui il cibo è maggiormente sia aspetto della trama sia elemento simbolico è “Chocolat” del 2000

Il film, ambientato negli anni 50’ del 900 in Francia, racconta la storia di Vianne e di sua figlia Anouk che si trasferiscono in un piccolo paesino, molto legato alle tradizioni. Qui aprirà una sua cioccolateria che sconvolgerà la vita del piccolo paesino. Il cioccolato qui assume un ruolo di aiuto verso chi ha problemi, ogni difficoltà o problematica risolta con un gusto preciso, nonché assume anche un forte significato amoroso e di unione, significato di piacere e di felicità, e al tempo stesso l’espediente narrativo del film.

Luc: “Ogni volta dico a me stesso che è l’ultima volta, ma poi sento il profumo della sua cioccolata calda, o…

Signora Audel: … conchiglie. Conchiglie di cioccolato, così semplici, così “innocenti”. Pensai, oh, solo un piccolo assaggio, non può fare niente di male. Ma poi scoprii che erano ripiene di ricco, peccaminoso …

Yvette: …burro cremoso che si “scioglie”, Dio mi perdoni, si scioglie cos’ lentamente sulla lingua, e ti riempie di piacere.”

Che sia parte della trama o che abbia solo aspetti simbolici, non si può negare che il cibo abbia un suo ruolo nel cinema, capace di mandare avanti film o di esserne il protagonista. D’altronde, che cos’è un film sennò che una bellissima tavola agghindata per una festa, piena di leccornie e dettagli pronti a deliziare lo spettatore.