Si terrà al TeatroBasilica dal 5 al 21 maggio la rassegna a cura di Fabio Biondi
Congiunzioni, primo movimento – Piccolo progetto di ricognizione delle arti sceniche contemporanee, a cura di Fabio Biondi (L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino). Esecuzioni di Mariangela Gualtieri, Ermanna Montanari, Chiara Guidi. Congiunzioni, semplici e complesse, per raccontare alcune porzioni di universi artistici che si connettono fra di loro per eterogenei processi di composizione drammaturgica e presenza delle interpreti. Il TeatroBasilica si dispone come luogo d’ascolto e d’intersezione delle differenti creazioni, recipiente che raccoglie matrici teatrali da consegnare alle visioni e alle memorie degli spettatori.
Mariangela Gualtieri – Teatro Valdoca
“Cattura del soffio”
C’è fame di parole che dicano ciò di cui più ci importa. E ciò di cui davvero ci importa non è cambiato nei secoli, è sempre l’amore, è il dolore, il mistero indicibile, i bambini, la morte, i fiori, le nuvole, ciò che non muta in questo universo singolare.
C’è desiderio di dire grazie, di dire perdonate, di dire noi, tu, aver cura, albero, bosco, amore mio, i morti, la specie… Io metterò lì tutte queste amate parole che adesso vibrano fortissimo, e nel verso mostrano il loro tremare, l’essere in pericolo dentro la povera, logora lingua corrente.
E dentro il pericolo lo sprigionarsi in questo tempo di una bellezza di cui forse mai, tutti insieme, ci eravamo accorti. Questo è Cattura del soffio, il soffio che ci tiene in vita e che la fa così delicata e amabile. Mariangela Gualtieri
Ermanna Montanari – Teatro delle Albe
“5 fotogrammi per Bernardo Bertolucci”
5 fotogrammi per Bernardo Bertolucci è una dedica, un ricordo in forma di miniatura, intessuto da Ermanna Montanari e Marco Martinelli a partire dall’autobiografia artistica di Bernardo Bertolucci Il mistero del cinema (La nave di Teseo) e intarsiato con immagini e frame dei suoi film.
Un percorso in 5 frammenti che richiama il ritmo impresso da Bertolucci al suo racconto, con un procedere per salti temporali e immaginativi, che inizia da Casarola, reale e favolosa, paesaggio dell’anima, e che sconfina nella Campiano di Montanari “che è altrettanto un buco, qualcosa che non si trova sulle mappe”, attraverso la germinazione dal poemetto Lus (Luce) di Nevio Spadoni, centrato sulla veggente Bêlda, nel dialetto romagnolo delle Ville Unite che Montanari usa come lingua di scena, portandola in giro per il mondo. Sulla “pianta originaria” delle memorie di Bertolucci e sulle sue parole sul “mistero” è innestato anche un frammento tratto dalla Divina Commedia, il racconto che Ulisse fa a Dante del suo viaggio oltre il limite della ragione: il folle volo verso l’ignoto. Le voci di questa “miniatura” sono un’unica voce che ne sa contenere innumerevoli, quella di Ermanna Montanari “creatura del labirinto” come l’ha definita Marco Belpoliti: aria, fuoco, suono, materia.
Chiara Guidi – Francesco Guerri
“Esercizi per voce e violoncello sulla Divina Commedia – Inferno”
Dal 2015 svolgiamo esercizi di composizione sulle parole di Dante e, per ogni canto delle tre cantiche, ricerchiamo ogni volta un’architettura che possa manifestare il passaggio di una presenza: un corpo sonoro in transito sulle parole della Divina Commedia.
Gli esercizi hanno come scopo la composizione di una partitura che dia valore e celebri l’unione inestricabile di Voce e Violoncello. Lì, sul pentagramma, con disegni tracciamo il suono della laringe umana in stretta relazione con gli endecasillabi e con la notazione musicale del violoncello per dare vita a un’unica forma che, come una linea flessuosa non visibile, ci indichi la chiave di tutto. La scrittura compositiva diventa per noi lo schizzo di un asse generatore che attende, attraverso la nostra interpretazione, di dare forma a una forma che si forma. Tracciamo segni sul cammino di Dante e quei segni diventano il nostro cammino. Per ogni canto scegliamo la lunghezza delle pause, le riprese, le cesure, le emozioni dei tracolli e delle risalite guidati da un sentimento di immagine che, passo dopo passo, ci guida nella composizione finché, giunti al termine del canto, si ricomincia a camminare in un altro spazio. Fino ad oggi abbiamo composto: dell’Inferno i Canti 1, 2, 3, 5, 6, 7, 8, 12, 13, 17, 18, 19, 26, 33, 34; del Purgatorio i canti 1, 2, 5, 10,15, 26; del Paradiso il primo e il secondo Canto. È un processo lento e costante. Nel tempo vogliamo attraversare l’intera opera.