Rinvenuta con tutti gli arredi e anche con altri reperti
Brandine con materassi, credenze che ancora custodivano strumenti di lavoro, una visione di come vivevano gli schiavi, la loro condizione di subalternità e lo stile di vita che conducevano al servizio dei ricchi signori.
Letti con poveri materassi, alcune credenze che conservavano ancora strumento di lavoro, come anfore e vasi e anche piccoli ripostigli con visite di roditori, questa è la casa dove vivevano gli schiavi, quindi non solo ricche sfarzose ville, ma anche piccole abitazioni che testimoniano la vita degli schiavi e dei sub alterni nella città di Pompei.
È stato ritrovato infatti, nella villa romana di Civita Giuliana, l’arredo di una stanza assegnata agli schiavi.
Studiata con la tecnica dei calchi, mobili e corpi sono stati ricoperti dalla nube piroclastica dell’eruzione, che col tempo è diventata terreno, che riempito ha rivelato la forma dell’abitazione.
La stanza si dimostra diversa da quelle già trovate in precedenza: nell’ “ambiente C”, emerge una sorta di gerarchia degli schiavi; Mentre uno dei due letti e di fattura semplice, l’altro è più costoso e confortevole, con addirittura una spalliera. Oltre che ai due letti sono stati trovati due piccoli armadi, anch’essi conservati con la tecnica dei calchi, trovate anche delle anfore e vasi di ceramica e anche degli attrezzi da lavoro, come la zappa.
Questa scoperta è stata resa possibile da un lavoro di ricerca congiunto iniziato nel 2017, tra il parco archeologico e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che sgominò una serie di scavi clandestini lungo l’area della Villa.
Questo ritrovamento testimonia ancora di più com’era la vita sociale a Pompei, non solo antiche ville romane e strade cittadine, ma anche le dimore degli umili e dei sub alterni, con addirittura una loro gerarchia stabilita. Una scoperta che fa ancora più luce su una storia che è sempre più viva che mai.