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La festività di Pasqua: aneddoti e storia della festività pasquale e curiosità della festa nel mondo

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Perché si festeggia Pasqua? Cosa si nasconde dietro ai riti e alle simbologie della festa? Tantissime le testimonianze di celebrazioni antiche che acclamavano la primavera. L’arrivo di una festa arrivata e implementata con il cristianesimo e festeggiata nel mondo

Perché si festeggia la Pasqua? Per comprenderne il significato bisogna fare un bel passo indietro nel tempo.

La Pasqua è la festa cristiana che celebra la resurrezione di Cristo. Molte testimonianze parlano di riti propiziatori e celebrazioni particolari di origine pagane, in cui gli antichi celebravano l’arrivo della primavera con balli propiziatori, canti e sacrifici agli dèi. Si pregava per avere un raccolto abbondante e come buon auspicio per l’anno nuovo.

La festa di Pasqua è una “festività mobile”, infatti nella tradizione cattolico-cristiana la Pasqua ricade generalmente in una domenica tra il 22 marzo e il 25 aprile. La festa simbolizza il risveglio della primavera, in cui, spesso le tradizioni religiose e pagane si mischiano con sfumature che cambiano in base al Paese

Le nostre tradizioni pasquali derivano dalla cultura cristiana, scandita anche dai giorni della Settimana Santa, ove, citati nelle sacre scritture, si ripercorrono gli ultimi giorni della vita di Gesù.

Il significato della Pasqua cristiana, lo si può capire da informazioni sulle tradizioni legate alla Settimana Santa:

  • Il Giovedì Santo: giorno che segue il Triduo pasquale, si ricorda la ricorrenza dell’Ultima cena e il bacio di Giuda, il quale consegnò Gesù ai romani. Si ricorda l’evento con la “lavanda dei piedi”, con cui si rivive l’atto di umiltà di Cristo che lava i piedi ai suoi Apostoli.
  • Venerdì Santo: giorno della commemorazione della Passione e la morte di Gesù. In molte città si rivivono suggestive rievocazioni del percorso verso il Golgota, la Via Crucis e le sue fermate. La più celebra è quella per le strade di Roma.
  • Il Sabato Santo è un giorno di riflessione, calma e silenzio. Le Chiese restano buie e spoglie, con il focus verso il crocifisso. Verso la sera inizia la Veglia Pasquale che termina a mezzanotte, con l’annuncio della resurrezione e le campane in festa.
  • La Domenica di Pasqua, il culmine dei festeggiamenti, passeggiate, pranzi e attività con amici e parenti. La mattina si va a messa per la celebrazione della resurrezione.
  • Lunedì dell’Angelo, noto più come Pasquetta, è il giorno in cui si ricorda l’incontro tra le pie donne e l’angelo, il quale dà il lieto annuncio.

Come citato qui sopra, ogni paese ha una sua tradizione pasquale, che può riallacciarsi alla cultura cattolica come anche a caratteristiche locali.

In Francia, le campane, come da tradizione, il venerdì non suonano fino alla domenica, in segno di lutto. Ai bambini si racconta che queste siano volate a Roma, ecco perché, giunta la domenica, i bambini corrono in festa per cercare di vedere le “campane volare verso casa”, anche se in realtà trovano uova di cioccolato.

Molto significativa è in Inghilterra, dove il Giovedì Santo, per tradizione, ci si dedica all’attività caritativa. A Londra, nell’Abbazia di Westminster viene ricordato il Royal Maundy Gifts, ovvero il dono di denaro ai poveri dal sovrano che, dopo la cerimonia religiosa, lo distribuisce da un vassoio d’argento. Il venerdì invece c’è l’usanza dei dolci; secondo una leggenda, una vedova, non rassegnata all’idea di riavere il figlio, disperso in mare, continuò ogni anno a preparare i classici Hot- Cross – buns, dei dolci a forma di croce con cannella e uvetta, fatti per ricordare la passione di Cristo.

Giocosa è quella in Olanda, la tradizione vuole che i genitori nascondano le uova per creare una caccia a tesoro per i bambini. Le uova vengono decorate e possono anche essere appese a un albero. Il dolce tipico pasquale è il Paasbrod, un pane dolce a base di uvetta.

La Pasqua viene festeggiata anche molti posti nel mondo, con rappresentazioni folkloristiche e credenze e tradizioni popolari e locali.

In Spagna, precisamente in Andalusia le confraternite organizzano processioni che ripongono la via Crucis.

Anche nelle Filippine, il “Sinakulo”, è la rappresentazione tradizionale che ricorda la Via Crucis, con tanto di autoflagellazione dei devoti. Nel Salvador, precisamente a Texistepeque si assiste a una particolare tradizione folkloristica, che vede coinvolti i “talciguines”, uomini travestiti da diavoli che frustano le persone della città, in mezzo alle strade, fermandosi ai piedi di Cristo, dove si inginocchiano in segno di sottomissione, a rappresentare la vittoria del Figlio di Dio.